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Grazie,  Mario del Giglio

Il concetto della Musica                                                                                                        

“Dio è musica che si manifesta.
Secondo la ricezione che abbiamo possiamo, in modi diversi, percepirla.
La musica non cambia, siamo noi che la trasformiamo secondo la nostra percezione.
E’ inutile quindi farla imprimere con forza ad orecchie poco armoniche e poco accordate.  Ognuno ascolta ciò che sente e varia secondo il proprio “sentire”, la musica Divina “è” ”                                                                                                       

Mario del Giglio

246 Comments on “Commenti

  1. Caro Mario sento il bisogno di dirti GRAZIE per i libri che mi hai inviato e che ho letto. Da tutta una vita seguo un percorso spirituale, pertanto non tutte le cose che ho letto erano nuove per me, ma queste letture hanno la capacità di trasmettermi sempre una pace e una serenità ‘che non è di questo mondo’ e in questo momento della mia vita un po’ difficile i tuoi libri sono stati come un dono dal cielo.
    Grazie dal cuore Cristina

  2. Caro Mario, vorrei porti un quesito: nella persona (malata di cancro) alla quale i medici hanno detto che non c’è più nulla da fare e questa persona, in attesa della sua dipartita, soffre. Se lei decidesse di accelerare i tempi, consapevolmente, per sminuire la sua sofferenza, come si potrebbe configurare questa decisione?
    Massimo

    • Caro Massimo a questa domanda rispondo con le pagine prese dal libro “Nel Triangolo il Mistero”.

      D.- Quando una persona decide di togliersi la vita, il suo spirito ne è consapevole, ma impotente?
      R.- Questa domanda porta ad intervenire me, che nell’ultima incarnazione vissuta tra voi, mi sono tolto la vita.
      Vi posso dire che il mio spirito l’ha sempre saputo ma, nel momento in cui vivevo tra voi, non ne ero consapevole. Il termine della nostra vita terrena è fissato fin dalla nascita; può cambiare il modo, ma l’uscita dalla scena è fissata.
      Naturalmente quando si deve fare l’esperienza del suicidio, credetemi, è difficile da accettare quando si vive in un corpo. Allora, cosa avviene? Nel momento in cui si arriva alla fine di una certa esperienza, sentiamo il richiamo del ritorno alla casa da dove siamo venuti. E lì la confusione ci porta a non comprendere più perché viviamo.
      Questo però fa parte di un cammino che è stato fissato, come dicevo, fin dalla nascita. Ho sentito qualcuno di voi dire che lo spirito in quel momento non c’è. Ma vi è stato spiegato che, finché non si esala l’ultimo respiro, l’anima è lì e non abbandona il corpo se non alla fine. Secondo alcuni, si resta ancora lì vicini al corpo in quanto non si è compreso di essere ritornati.
      Cari fratelli, quando mi sono tolto la vita, è stato per me un trauma. Ma era un effetto che avevo scelto, perché lasciavo alcuni in un dolore che a loro serviva. Lo so, è triste per voi sentire queste parole; ma ne avevano bisogno, altrimenti non avrebbero superato l’esperienza che erano venuti a fare. Credetemi, coloro che accettano questa esperienza e la superano, state certi che li sentirete poi dire: “Siamo migliorati”.
      Ed allora non pensate che sia follia. Noi sentiamo dentro di noi, sia se abbiamo una malattia, sia se non l’abbiamo, il richiamo della nostra uscita di scena. Non è una coincidenza, ma è tutto precisamente regolato dalle nostre esperienze, che non sono mai singole, bensì collegate come punto e linea della stessa Spirale.
      Ora non so più che aggiungere; vi dico però che lo dovevo fare e sono sereno di averlo fatto, anche perché il giudizio di Dio, che non è altro che il giudizio che il nostro stesso spirito sente, mira sempre al bene di tutti noi.
      Ricordate: anche in questo caso non si può giudicare; altrimenti significherebbe che chi mi giudica e chi giudica quell’atto, lui stesso non ha ancora superato quell’esperienza.

      D.- Si dibatte molto quale sia il reale confine tra la vita e la morte; soprattutto se sia lecito fermare il cuore di una persona ridotta a vivere una vita allo stato vegetativo, senza più alcuna vita celebrale. Dal vostro punto di vista di entità disincarnate, è giusto evitare quello che noi chiamiamo “accanimento terapeutico”?
      R.- Vengo a voi fratelli amati. Si, è molto grave ciò che viene detto, e fatto, riguardo al voler tenere per forza in vita un corpo. Scusate, pensate che per quella vita sia importante il suo corpo, oppure il suo spirito e, come vi è stato spiegato, la sua anima? Ecco, mi sembra ovvio dire che noi non possiamo vedere il problema in un’ottica umana. Naturalmente voi date importanza al corpo e vi ponete il problema di come intervenire in certi casi secondo la vostra etica umana.
      A mio avviso la vita, oppure è meglio dire l’esperienza, finisce quando il corpo è finito e non ha più un sentire umano. L’uomo, in questo caso, avendo le conoscenze per costruire certi macchinari, è capace di mantenere in vita questo corpo. Ma chiedetevi: la sua anima è lì con il corpo, oppure è già staccata e si è ricongiunta al suo spirito? Questa mia domanda è naturalmente anche una risposta.
      Voglio portare un altro esempio, così potrete comprendere meglio. Quando una entità spirituale vive vicino a voi ed è uno spirito elevato, è vicino a voi con il corpo o con lo spirito? Egli lascia che voi vediate il suo corpo quando lui vuole, ma vive contemporaneamente in dimensioni diverse. Il suo stato spirituale è fuori dal contesto terreno.
      Ripeto, dunque: nei casi di malattia in cui la mente non esiste più e il suo corso di esperienza è terminato, non fate tanti drammi, e non continuate ad intervenire per frenare la naturale esperienza terrena. Mi rendo conto che il vostro problema è una cultura religiosa nella quale si dà molta, dico molta importanza al corpo, in quanto vi è stato detto che ne avete solo uno e che nella vita spirituale risorgerete con quello. E’ questo l’ostacolo principale per voi. Sono stato chiaro? Per me “l’involucro” serve fino a quando lo spirito attraverso esso fa esperienza. Se poi la scienza umana vuole arrivare al punto di sostituirsi alla legge divina, anche questa è una guerra da fare.
      In conclusione, ritengo che solo l’essere umano ( guidato dallo spirito) ha il diritto di decidere per se stesso cosa fare e, in questo caso, solo lui sarà responsabile di ciò che farà.
      In ogni singolo caso ci sono tanti risvolti da valutare, non si può generalizzare con una sola risposta. Quindi se la domanda la facesse una persona che dovesse prendere quella decisione, in base alla sua esperienza avrebbe una risposta pertinente.
      E’ come quando una mamma pone una domanda su suo figlio che si è ucciso. L’entità che risponde valuterà se la risposta dovrà rincuorare la mamma; in quel caso dirà che quell’esperienza doveva avvenire per il bene degli altri fratelli. Ma in un altro contesto è stato detto che il suicidio è una scelta dello spirito che interrompe l’esperienza e inizia un nuovo percorso di evoluzione spirituale. Così è nel caso dell’evento di far terminare una entità che deve nascere. Le situazioni sono molto diverse l’una dall’altra. Non dovete soltanto credere che l’entità spirituale del nascituro serviva per far fare esperienza ai due genitori. I risvolti possono essere tanti.
      A questa domanda così particolare, e generale nello stesso tempo, una risposta non può essere data senza approfondire il singolo caso, senza avere una visione generale di esso, altrimenti chi legge non riuscirebbe ad inquadrare bene il suo caso specifico.
      Pace a voi, fratelli cari.

      Spero di aver chiarito il tuo dubbio. Con affetto fraterno Mario

      • Caro Mario, in effetti, ogni volta che ti faccio una domanda, la risposta é già stata data nei libri che leggo e rileggo in continuazione. Assimilare profondamente il loro contenuto non è facile. Come loro stessi scrivono, alcune domande necessitano di risposte specifiche in relazione alla persona che le pone. Ti ricordi il primo quesito che ti posi? Quello in relazione al caso dell’aborto. Sono molto chiari al proposito. La risposta che loro hanno dato,dicono, è in generale ma poi ogni caso è un caso a se. Così come quella che ti ho posto sul suicidio. Diciamo che in un certo senso quando ti chiedo qualche chiarimento è come se desiderassi da te una risposta “confezionata” apposta per me. Il solito egoismo!!! Sto capendo che alla luce di quanto conosciuto grazie a te, ogni risposta è già dentro di me. Basta interiorizzarsi un pò di più. Tu sei sempre tanto caro e disponibile! Farò tesoro di ciò che ho letto questa mattina cercando di estenderlo alla mia situazione personale. Grazie Mario di tutto ciò che fai. Vi voglio bene, Massimo

  3. Caro Mario, ho ricevuto oggi il pacco con le copie dei tuoi libri. La prossima settimana li distribuirò alle amiche del ns. gruppo che li attendevano con impazienza in quanto avevo già anticipato alcuni messaggi a te pervenuti e ne abbiamo parlato. Ora non ci resta che leggere i libri con calma per poter assimilare per bene ciò che le Entità Spirituali ci hanno voluto comunicare attraverso te e il tuo lavoro, che poi hai donato agli altri interessati affinché anch’essi potessero trarne gioia e speranza da essi. Ti ringrazio ancora e penso che se il mondo avesse tante e tante persone come te potremmo dire che siamo sulla strada giusta per creare un’umanità migliore. come sempre accetta un mio abbraccio affettuoso e un caro saluto Delia

  4. Un ringraziamento dal profondo del mio essere. Nonostante ho letto moltissimo in tanti anni, sarebbe sciocco da parte mia ritenermi “arrivato”. Non si smette mai di crescere e più si cresce più si aprono nuove rivelazioni e si diventa “albero”.Un ringraziamento a te Mario che per nulla costretto hai accettato il tuo ruolo, un ringraziamento al disegno divino che ha permesso il manifestarsi degli insegnamenti, tuoi e di tutti quelli che con il giusto spirito hanno offerto loro stessi al servizio della totalità. Ciao a risentirci!

  5. Caro Mario,
    spero che tu stia bene e così tutta la tua famiglia. Quanto a me proseguo nel mio cammino di crescita, a volte a tentoni e a volte un po’ più sicura.
    Da quando ti conobbi e conobbi i tuoi libri molte cose sono cambiate in me e sono stati sempre cambiamenti positivi. Ho letto molti altri libri spirituali e continuo a leggerne ma quando penso a quello che per me ha rappresentato la svolta, la rinascita vera non posso che pensare a “La Vita per la Vita”.
    Lo considero la mia Bibbia! Da esso e anche dai 2 libri seguenti ho imparato tutto ciò che occorre per rendere la mia vita meravigliosamente luminosa ed il mio cuore sazio. Mi impegno giorno per giorno a seguirne gli insegnamenti. Spesso non è affatto facile, amare tutti incondizionatamente non è per nulla scontato, ma quando si riesce la gioia è assoluta. Solo in quei momenti si percepisce la scintilla divina che c’è in ognuno di noi.
    Nulla sarebbe iniziato senza di te e senza l’aiuto dei Fratelli nella Luce che ci hanno regalato quei preziosissimi insegnamenti.
    GRAZIE GRAZIE GRAZIE e buona Pasqua a te e Maria Grazia con un abbraccio di Amore senza fine ad ogni Anima che con il proprio esempio eleva ed illumina le altre.
    Laura

    • Cara Laura è sempre un piacere leggerti. Ricambio gli auguri e i complimenti ai messaggi ricevuti li rivolgiamo uniti ai nostri fratelli spirituali che con tanto “Amore” li hanno profusi. Io non sono che “una radio” che riceve le frequenze. Ecco che pur essendoci tante radio non tutte riescono a sintonizzarsi nella giusta frequenza. Per questo motivo sono consapevole che non si può insegnare ma ognuno deve trovare la giusta sintonia attraverso il proprio sé spirituale.
      Non si può insegnare la medianità. E’ una scelta di vita che facciamo prima di nascere e per tutta la vita la regola fondamentale è diffidare sempre del contatto e confrontare sempre tutto ciò che riceviamo.
      E’ per questo motivo che ho scelto di non frequentare più i convegni ed ho deciso di rimanere in silenzio perché c’è molto protagonismo e poca umiltà.
      Questo è ciò che sento di dire rispettando tutti e tutto ed essendo convinto che tutte le esperienze hanno il loro fine.
      Con affetto fraterno Mario

      • Caro Mario, grazie per la tua risposta. Ci sono molti medium che esercitano forme diverse di Medianità ma pochi di loro purtroppo si preoccupano di dubitare sempre dei presunti messaggi che ricevono. Pur avendo una curiosità ardente per l’argomento non ho mai accantonato la mia mentalità “scientifica”. So che la scienza non può dimostrare questi fenomeni e li accetto così ma non crederò mai ad un messaggio nella forma delle nuvole o ad un cuoricino nel caffè, solo per fare due banali esempi. Così come dubito di chi ha trasformato un dono in un commercio a proprio vantaggio.
        Se considero i tuoi libri testi sacri è perché ho invece piena fiducia nella bontà di quei messaggi e soprattutto nell’abilità della “radio” che li ha ricevuti, nel disinteresse e nell’assenza di protagonismo che purtroppo ha contagiato tanti tuoi “colleghi”. Non mi aspetto, frequentando la Scuola di Medianità, di poter ricevere un dono come il tuo ma di sicuro potrò verificare se con l’impegno e la costanza si possa effettivamente acquisire un minimo di capacità medianiche. Voglio provare di persona se è vero, come dicono in molti, che “tutti possiamo essere medium”. Se hanno torto avrò comunque imparato molte cose che trovo utili per la mia crescita spirituale. Anche solo poter frequentare altre persone con i miei stessi interessi è fonte di gioia.
        Grazie e un caro saluto anche a Maria Grazia. Vi abbraccio Laura

        • Cara Laura, ti ringrazio per aver compreso ciò che volevo dire. Vedi, ogni volta che ho spiegato che “medium” si nasce e non si diventa ho trovato nella maggior parte delle persone un rifiuto che si è poi tramutato in un allontanamento da me. Sembra quasi come se io fossi il privilegiato e non volessi dare agli altri la possibilità di farlo. Sono d’accordo che ogni esperienza va fatta e tutto serve. Credo però sia giusto da parte mia avvertire a cosa si va incontro. Tutto qui. Se poi mi si chiedesse di insegnare come faccio, l’unica risposta certa che potrei dare dopo 30 anni è questa: “Non so ancora cosa accade e come accade. Perché non siamo solo noi a volerlo”. E’ stato detto dai fratelli del “Cerchio Firenze 77”: “Acciocché il contatto avvenga non basta che vi sia il tramite. La comunicazione deve essere prevista dall’ordine generale secondo cui si svolgono le cose”.
          Con l’occasione, se ti fa piacere, ti invio la storia della mia medianità che è stata pubblicata sul “Giornale dei Misteri” e sulla rivista “Lettere e Scritti”, così potrai capire quante difficoltà ho incontrato e come ad ogni ostacolo mi è stato sempre mandato “qualcuno” in aiuto. Chiudo dicendoti che non sono d’accordo sul dono. L’unico dono che abbiamo è la nostra vita. Essere medium non è un dono ma è una esperienza come le altre e il più delle volte molto difficile da seguire. E’ un continuo combattere il nostro “Ego”. Ecco perché è preferibile rimanere in silenzio e non essere protagonista. Infine dobbiamo essere convinti di far parte di un’unica “Sorgente” che ci guida per percorsi diversi. Nessuno può recitare il ruolo di un altro se non viene deciso dal “Regista”. Puoi leggere nel libro “Nel Triangolo il Mistero” quando si parla di Teatro, oppure le spiegazioni che vengono date sul “fotogramma-immagine e film”. Nel fotogramma esiste la famiglia spirituale nella quale ognuno ha una esperienza diversa. Se noi ci siamo incontrati non è mai dovuto al caso ma è perché facciamo parte dello stesso fotogramma. C’è tutto scritto nei libri. Io sono qui per dialogare. Spero di non averti annoiato e spero altrettanto di mantenere il nostro dialogo. Con affetto fraterno Mario e Maria Grazia

          • Caro Mario, dialogare con te è molto istruttivo e piacevole per me. Grazie. Ciò che dici mi fa riflettere e ti chiedo perdono se non rispondo subito ma necessito di un po’ di tempo per elaborare, assimilare quello che mi trasmetti.
            Ho visto sul tuo sito gli incontri mensili che fate a Roma a cui vorrei tanto partecipare se solo abitassi più vicino. Leggerei inoltre molto volentieri gli articoli che hai citato sulla storia della tua Medianità: c’è un accenno nel 1^ libro, come introduzione, ma sarei felice di approfondire.
            Quindi tu sostieni che non si possa acquisire l’abilità di Medium…A dire il vero sento anch’io che è così ma mi chiedo: in Inghilterra hanno fondato anche una scuola, centinaia o migliaia di persone del movimento Spiritualista sostengono che si possa imparare…saranno tutte in malafede? O avranno travisato delle esperienze psichiche ritenendole forme di contatto con l’altra dimensione quando invece null’altro sono che proiezioni della loro mente? L’argomento mi interessa molto anche perché sono psicologa e il confine sottile tra illusione e realtà è un campo d’indagine sempre attuale.
            In ogni caso l’esperienza di vita che sto facendo è già grande fonte di soddisfazione per me e, soprattutto grazie ai messaggi da te ricevuti, ho capito quante occasioni di crescita possa darmi la mia attuale professione (l’infermiera) e perché l’abbia scelta prima di incarnarmi. Da quando ho abbracciato i messaggi la svolgo con uno spirito diverso. Amo mettermi al servizio degli altri e impegnarmi a vedere me stessa e Dio in ogni paziente che incontro perché “Tutto è”. Combattere l’Ego è una sfida enorme per ogni Anima che voglia elevarsi ma sono felice di poter frequentare ogni giorno la palestra del mio lavoro. Così come sono grata di far parte di un unico fotogramma. L’incontro con i tuoi libri prima e con te poi ha trasformato il ruolo che stavo recitando.
            Ti abbraccio fraternamente e spero di risentirti Laura

            • Cara Laura, avevo già detto che entrare nel merito di spiegazioni sulla medianità diventa sempre difficile. So che esistono corsi in Inghilterra per diventare medium. Anzi, diventa una professione. Anche qui in Italia ci sono dei corsi. Alcuni “medium” sono in buona fede ed altri meno. Lavorano infatti anche senza partita IVA. Qui il discorso, come vedi, diventa difficile ed ognuno è libero di fare ciò che vuole. Io esprimo il mio pensiero solo quando mi viene richiesto. Nella ricerca che ho fatto sui medium non ho trovato nessuno che sia andato a scuola e pochissimi sono stati conosciuti in vita. In questi casi la medianità è nata spontanea. Cito solo alcuni nomi: Pietro Ubaldi, Roberto Setti del Cerchio Firenze 77, il Cerchio Kappa, il Cerchio Esseno, il Cerchio Marina. Queste medianità hanno dato un contributo per l’evoluzione spirituale. E’ vero che si può insegnare come mettersi in contatto con l’aldilà (sempre da verificare che il contatto sia vero e, se lo fosse, con il dubbio di non sapere con chi parliamo. Leggi a tal proposito le fasi del Trapasso e cos’è la verità del libro “Tutto E’……) ma ci si ferma soltanto alla prova dell’esistenza dell’aldilà. Ed oltretutto, se non si è abbastanza preparati si incorre nel pericolo di varie manifestazioni. Per approfondire l’argomento sulla medianità puoi leggere “Verso la scintilla” del Cerchio Kappa, ciò che hanno detto i Maestri del Cerchio Firenze e “Le Nouri” di Pietro Ubaldi. La storia della medianità è piena di contenuti e spiegazioni per farci migliorare e non dobbiamo per forza essere protagonisti dell’evento ma vivere attraverso l’evento. Se crediamo che siamo qui con ruoli diversi è per fare una cosa che ci è stata proposta prima di venire. Perché allora cambiarla? Si può essere “maestri di vita” con l’esempio della propria esistenza. Ti avevo allegato nella precedente mail la mia autobiografia. Quante cose ho dovuto superare in 30 anni! Però non sono andato a scuola ma ho seguito gli insegnamenti dei miei “Maestri invisibili” e sono stati loro che mi hanno messo davanti degli ostacoli da superare facendomi incontrare persone che mi potevano aiutare. Ma il fine è sempre quello del bene per il prossimo e senza fine di lucro. Ripeto, i percorsi sono tanti e ogni esperienza è positiva. Sta a noi prendere il percorso che abbiamo scelto altrimenti ci sono fasi dette “varianti”.
              Ti auguro ogni bene, e fai quello che desideri.
              Con affetto fraterno Mario

              • Caro Mario, ho ricevuto e letto la storia della tua Medianità. Grazie. Quanto si discosta da quella insegnata, “accessibile a tutti”….
                Per quanto mi riguarda l’esperienza che sto facendo mi appaga e mi permette di approfondire ciò che mi interessa, pur mantenendo cautela sempre perché riconosco i pericoli a cui si può andare incontro. Gli spunti di lettura che mi hai dato sono numerosi ed ho intenzione di utilizzarli perché umilmente avverto quanto grande sia la mia ignoranza che a volte mi getta nella sconforto di immaginare quante altre vite mi occorreranno non solo per “sapere” ma anche per “conoscere” e “sentire” e “divenire”. Meno male che in questo lunghissimo percorso di salita alla montagna si incontrano fratelli con le mani tese per aiutarci.
                Grazie, un luminoso abbraccio Laura

                • Cara Laura, a proposito di “sapere-conoscere-essere” ti suggerisco di leggere a pag. 278 e successive del primo libro le spiegazioni date dai nostri fratelli spirituali.
                  A presto
                  Con affetto fraterno Mario

                  • Grazie Mario, in effetti ho acquisito quel modo di esprimermi proprio da quando ho letto il tuo libro e stamattina, mentre ti scrivevo, ho cercato sul testo (che porto sempre con me) i passi a cui mi stavo riferendo col desiderio di rileggerli ma senza successo. Grazie, mi hai letta nel pensiero.
                    A presto
                    Ciao Laura

  6. Caro Mario grazie ancora di cuore per i messaggi raccolti nei tuoi libri, mi hanno dato una certa stabilità e ho trovato corrispondenza con un credere che mi fa star bene e non provo quel nodo al ventre che spesso sentivo nelle prediche (non tutte e non di tutti i preti e vescovi).
    Ieri mio marito mi ha chiesto se una persona muore di morte violenta, viene “avvisato”. Io ho risposto che probabilmente sì, ma siamo troppo presi dai nostri impegni e troppo lontani dalla spiritualità per dargli la giusta attenzione. Se lo sapessi la prima reazione sarebbe di dire che non può accadere a me.
    grazie per il tempo che ci dedichi
    saluti di cuore
    Assunta

    • Cara Assunta, i nostri fratelli spirituali così ci hanno spiegato. Noi abbiamo quattro punti fermi nella vita: il giorno della nascita, la famiglia in cui nasciamo, il lavoro che può essere cambiato secondo il nostro libero arbitrio ed infine il giorno della nostra uscita di scena e quindi il ritorno alla casa del Padre. Può cambiare il modo ma il giorno è fissato fin dalla nascita. Per mia esperienza personale ho avuto modo di constatare che chi ci lascia improvvisamente, per esempio avendo un incidente, “sente” prima che avvenga l’evento di dover visitare le persone più care. Questo lo fa insistendo e senza rendersene conto. Lascia però il ricordo a chi resta di riflettere sul perché lo abbia fatto. Molti di noi però non riflettono su questi eventi e non collegano che ciò che facciamo è perché siamo spinti dal nostro Spirito che guida la nostra anima. (Per completezza sulla differenza esistente tra corpo anima e Spirito lo potrai leggere nel secondo libro “Nel Triangolo il Mistero”). Ti porto un esempio: immagina un carro, trainato da un cavallo e il cocchiere che lo conduce. In questo esempio il carro è il nostro corpo, il cavallo è la nostra anima e il cocchiere il nostro Spirito che ci guida sul percorso da seguire. E’ vero che il percorso prescelto dallo Spirito alcune volte non ci riusciamo a completarlo e quindi in qualche occasione prendiamo delle varianti (puoi leggere le spiegazioni sulle varianti sia sul “Triangolo il Mistero” che su “Tutto è, dall’illusione alla realtà spirituale). Comunque credo sia importante comportarci nel modo migliore in tutti gli “attimi” della nostra vita e così, nel momento del nostro ritorno e quindi nelle fasi del “trapasso”, essere pronti per risvegliarci il più presto possibile, con l’animo pronto a rivedere i nostri errori e così prepararci a nuove esperienze evolutive. In questo caso dobbiamo essere certi che saremo aiutati da tutti i fratelli che ci hanno preceduto e che hanno vissuto e vivono con noi quel fotogramma dell’immaginario film (puoi leggere le spiegazioni su fotogramma, immagini e film sempre riferito ai libri che ho citato). Spero di averti risposto. Con affetto fraterno Mario

  7. Caro Mario, questa notte, mentre mi giravo e mi rigiravo nelle coperte, ho riflettuto su un aspetto che sicuramente esula dal mio progresso Spirituale e che invece ha più a che fare con quelle tante curiosità, che penso siano così terrenamente umane. Scusami fin da ora se la risposta è già stata scritta nei libri e sbadatamente mi è sfuggita. La mia curiosità è rivolta a come le Entità percepiscono la loro dimensione circostante. Noi ci avvaliamo dei nostri sensi, ma loro, non possedendoli e vivendo in Spirito, come “vedono”, come “ascoltano”, come “sentono”, se “sentono” i profumi ed i suoni? Da ciò che ho letto, ho evinto due cose importanti rispetto alla percezione del mondo in cui vivono. Una è che, in base alla loro evoluzione, percepiscono più o meno luce oppure più o meno buio. L’altra è che “sentono” le vibrazioni che vengono emanate dai loro fratelli in Spirito e da quelli incarnati ed in base a queste, sanno e conoscono. Ciò che mi incuriosisce, ed allo stesso tempo mi angoscia, è pensare che ci sia una dimensione piatta, fatta o di luce o di tenebre. Il loro “eterno presente” mi si palesa, alla luce della nostra esistenza che è piena di colori, suoni, profumi, come una dimensione “piatta” a livello sensoriale. Questo a differenza di ciò a cui sono stato abituato a credere attraverso altre esperienze, attraverso letture e dalle classiche affermazioni che si dicono quando si è a cospetto di una meravigliosa alba o di un tramonto o di un paesaggio ameno colmo di fiori colorati e di profumi che ti fanno trasalire e rimanere senza fiato e ti fanno esclamare… “questo è il paradiso!!!!”
    Grazie Mario se potrai dirmi qualcosa in più!! Un abbraccio fraterno, Massimo

    • Caro Massimo, le tue domande come sempre sono illuminanti anche per me che in questo momento chiedo lumi ai nostri fratelli per aiutarmi a risponderti.
      Vedi, la loro dimensione è la stessa che abbiamo noi con la differenza che non hanno il corpo e la mente che impedisce di percepire le vibrazioni. Tutte le sensazioni che abbiamo noi quando incontriamo altri fratelli che definiamo antipatici o simpatici non sono altro che vibrazioni che ognuno di noi, con la propria evoluzione, emette attraverso la propria aurea. Ricordo che nei primi anni dei contatti ci dicevano: voi lavorate e aspettate il tempo per andare in ferie. Per noi è diverso, quando vogliamo basta pensare a cosa desideriamo e visitiamo luoghi meravigliosi insieme a fratelli con la stessa affinità spirituale. Vedi caro Massimo, ora che abbiamo il corpo parlo a te usando delle parole. Se invece fossimo spiriti, potresti comprendere i miei pensieri che sono dati dalla mia spiritualità. E’ difficile comprendere quando si vive su armonizzazioni diverse, quando si vive in consapevolezze diverse, quando si vive con “sentire” diversi. E in quel momento il paradiso che intendi, la nascita e la morte si annullano. Esiste in quel caso lo Spirito in un Eterno Presente, che si alterna in esperienze diverse sia sulla Terra che in altre dimensioni. E’ stato anche detto però che: “Ci sono spiriti che non vedono come altri e, per il loro modo di sentire, non riescono a vedersi, perché non esiste affinità e non esiste quindi modo di percepire”. Tornando al concetto della musica, se uno spirito vive con una vibrazione ed una intensità di Luce uguale ad uno strumento – per esempio il tamburo – non potrà certo vedere la Luce che emana uno Spirito che ha una intensità di vibrazione emanata da uno strumento come il violino. Come vedi sono tutti stati di sentire che per affinità eliminano le differenze che noi percepiamo con i nostri cinque sensi. Da quanto sono riuscito a comprendere, in tutti questi anni di comunicazioni con il mondo spirituale, posso dire che tutto ciò che definiamo come sensazioni, come tu stesso dici profumi, suoni e così ogni cosa, può essere definito come disse Berlioz: “L’Amore non può dare l’idea della musica, ma la musica può dare l’idea dell’Amore”. Questo vuol significare che nel mondo spirituale si vive e siamo vibrazione e tutto ciò che viene definito i fiori, i profumi, i suoni, pur esistenti, non sono altro che frammenti della stessa sostanza del “Tutto” che ci trascende. Spero di aver risposto, con affetto fraterno Mario

      • Carissimo Mario, grazie della “vostra” risposta. Ciò che hai scritto mi era già abbastanza chiaro, ma quello che mi sarebbe piaciuto sapere era qualcosa di più specifico rispetto a come vedono la loro dimensione circostante. Se non hanno occhi (…quando vogliamo basta pensare a cosa desideriamo e visitiamo luoghi meravigliosi… ), come ascoltano se non hanno orecchie. Non so se hai compreso, caro Mario, ma era proprio comprendere, se si può sapere, come percepiscono il loro ambiente circostante. Ciò che dici rispetto al “sentire” mi è chiaro, ma forse sono io che “sento” con la mente e con i sensi che appartengono all’uomo e quindi sono distante dal loro “sentire”. I posti bellissimi che dicono di visitare come li percepiscono e come sono? Sono solo “sentire” o sono “reali”? Possono suonare strumenti musicali o soltanto “percepire” il suono delle nostre musiche? Ciò che volevo comprendere, so che è difficile spiegarlo e spero che tu mi capisca, è come fanno a vedere o ad ascoltare qualcosa che non ha materia, o forse ce l’ha? I posti meravigliosi che visitano o quelli in cui esistono nell’eterno presente, di cosa sono composti? Ti chiedo questo in quanto ho potuto leggere dai libri che anche per certe descrizioni (vedi il momento del trapasso ecc. ) sono stati sempre molto precisi nella descrizione. Quindi se non ci sono taboo, come mai nessuno mai ha approfondito questo aspetto? Sono cosciente che queste delucidazioni non hanno niente a che vedere con la nostra evoluzione, ma è proprio per la loro disponibilità a fornire risposte sulla dimensione in cui esistono che mi porta a formulare questo tipo di domande. Ti ringrazio, Mario, della tua pazienza e disponibilità e se saprai dirmi qualcosa in più ne sarò felice. Ti abbraccio, Massimo

        • Caro Massimo, capisco che è difficile per noi comprendere con le parole ciò che non vediamo e non sentiamo con i nostri sensi. Non è vero poi che non sono state affrontate delle spiegazioni. Ci è stato detto: “Bisogna sviscerare nella forma pensiero il vero nocciolo della questione della manifestazione di Dio.”
          Prendo alcune tue frasi e cerco di rispondere.
          “Come fanno a vedere o ad ascoltare qualcosa che non ha materia, o forse ce l’ha? “Sono solo “sentire” o sono “reali”?
          Per quanto riguarda la materia è dimostrato con la Fisica Quantistica che tutto ciò che esiste è “vibrazione”. Qualunque oggetto che noi vediamo, anche se composto della stessa “vibrazione”, e lo spazio che divide l’oggetto da noi è pura illusione in quanto Tutto è UNO. Quando dicono che vedono qualsiasi cosa è perché nel mondo spirituale tutto viene “creato”, se così si può dire, con il pensiero. Quando ci dicono che rivediamo i nostri cari, essi si fanno vedere come noi li abbiamo conosciuti con lo stesso corpo che avevano avuto ma che non li rappresenta. Lo stesso Gesù quando appariva era in forma umana ma Egli non rappresentava quella forma. Una volta ci è stato detto che se Gesù fosse venuto ad un nostro incontro la Sua Luce ci avrebbe accecato. Penso che volessero dire che non eravamo pronti per ricevere la Sua conoscenza. Ci è stato detto da una Entità: “Io attraverso i muri per venire da voi”. Quindi non è che non vedeva il muro, riusciva ad attraversarlo in quanto per noi è materia e per loro una vibrazione che può essere vista e dissolta.
          L’altra tua domanda: “Possono suonare strumenti musicali o soltanto “percepire” il suono delle nostre musiche?”.
          In primo luogo la musica esiste come vibrazione emanata dall’Assoluto. Siamo noi che la trasformiamo con le note musicali. In questo caso mi servo delle loro risposte: “Non pensate che esista un solo modo e una sola vibrazione. Anche se la musica è formata da sette note, essa può vibrare in melodie diverse e chi l’ascolta può assorbire ed ascoltare la musica divina.” E ancora: “Vi sembra che, ascoltando la musica, percepiate tutti la stessa nota? Non mi sembra. Ecco, la nota musicale esprime lo stato d’animo dell’artista e, soprattutto, di chi la percepisce. Se voi siete divisi perché diversi, avrete delle “spezzettature” e non potrete afferrare l’insieme della musica che vibra all’unisono con il Tutto. Allora potrete ascoltare un sol, un la, ma non un do e la musica si sente a strappi. Non è armoniosa, non è melodica. E’ così per quanto il messaggio che viene letto. Ora, una volta che il messaggio c’è, si forma con varie note. Allora alcuni che leggeranno diranno: “Qui esiste melodia”. Altri invece diranno: “Ma questa musica l’ho già sentita”. Ed altri ancora diranno: “Ma che musica è questa?” Ed altri ancora diranno: “Questa non è musica per le mie orecchie. Io dico che la musica c’è, le note ci sono, ma sta a voi coglierne il contenuto dato da un insieme di note che contengono tutta la scala musicale, seppur per voi frammentata a causa dell’imperfetta vostra percezione. Ecco che si torna sempre allo stesso concetto. Il vostro sentire, non essendo assoluto, percepisce la nota, o le note, che può percepire. Ma non è colpa del compositore che ha scritto quel brano.”
          Per concludere credo che tutto ciò che esiste è emanazione di Dio e che ogni cosa esistente è “vibrazione”. Ecco perché il messaggio che segue sulla Musica completa tutte le spiegazioni scritte sui libri:

          Dio è musica che si manifesta.
          Secondo la ricezione che abbiamo
          Possiamo, in modi diversi, percepirla.

          La musica non cambia,
          siamo noi che la trasformiamo
          secondo la nostra percezione.

          E’ inutile quindi farla imprimere
          Con forza ad orecchie poco armoniche
          E poco accordate.

          Ognuno ascolta ciò che sente
          E varia secondo il proprio “sentire”,
          la musica Divina “è”.

          Con affetto fraterno Mario

          • Sì caro Mario, tu sei stato sicuramente più chiaro ed io dal mio canto ho meglio metabolizzato concetti che sento molto chiari dentro di me, soprattutto quando sono in meditazione e che poi quando è la mente che comanda tutto si offusca! Grazie di cuore per la tua preziosa disponibilità. Ti abbraccio, Massimo

  8. Salve Sig. del Giglio, innanzi tutto lei non può immaginare quanto, i suoi precedenti scritti, mi hanno aiutato. Sto seguendo un personale percorso spirituale e le sue opere, che fraternamente mi regalò, hanno formato le fondamenta delle mie idee attuali sul percorso dell’anima. Nei momenti bui ho trovato riparo nella lettura e posso dire, che ora vedo molte cose con occhi diversi. So che in noi c’è una scintilla divina e questa cosa non fa che donarmi speranza e positivismo. Mi piacerebbe molto scambiare qualche pensiero con lei, spero di risentirla. Per quanto riguarda la sua ultima opera, sarei entusiasta di riceverne una copia. Spero di poterla conoscere meglio. Sa, purtroppo nella mia vita non parlo con nessuno della mia passione verso lo spiritismo, né con famigliari né con amici, in pratica lo scetticismo e la cattiva informazione hanno la meglio su di loro.
    Grazie infinite. Le porgo i miei più sinceri saluti. A presto. Suo fratello Giovanni. Grazie

    • Caro Giovanni, ho spedito oggi il libro. So che è difficile diffondere la spiritualità e non lo spiritismo, però quando è il momento bisogna gettare il seme. Ti ringrazio delle belle parole che rivolgiamo ai nostri fratelli spirituali. Dammi del tu perché siamo fratelli spirituali. Con affetto fraterno Mario

  9. Buongiorno Mario e grazie per esserti ricordato di me. E’ tanto che non ci sentiamo ma ho passato e ancora sto passando un periodo difficile che mi sta mettendo duramente alla prova. Mi chiedo cosa ancora la vita abbia in serbo per me come se già non fossi stata duramente colpita e ti dico la verità, inizio a dubitare che i nostri cari passati oltre ci siano vicini e ci aiutino. Mi dico che in effetti se così fosse, ognuno di noi avrebbe la strada spianata, troppo facile. Mi sento come abbandonata in balia di una vita che subisco anziché vivere e questa è la verità. Sono stanca e sfiduciata e alle volte penso in modo forse blasfemo che da lassù si divertono a vedermi annaspare e disperarmi. Non c’è lettura che mi possa ridare la serenità che mi sembrava aver ritrovato e che ho perso nuovamente. Ti parlo con il cuore in mano soprattutto perché non voglio approfittare della tua generosità.
    Un abbraccio. Francesca

    • Cara Francesca, mi dispiace per quello che hai passato e stai passando. Lo scopo di questi messaggi è quello di farci comprendere che i nostri fratelli ci sono, ma sono d’accordo con te che non ci possono togliere l’esperienza che abbiamo scelto. Ci insegnano il modo, ci confortano a nostra insaputa, ma niente ci viene tolto come se dovessimo avere un miracolo. Loro sono gli insegnanti e noi gli allievi. Il buon Maestro è colui che insegna e che conduce, ma non risolve altrimenti l’allievo non imparerà mai. Cara Francesca non so che fare, dimmi tu se devo spedirti il libro. Io offro gratuitamente ciò che mi è stato donato, di più non posso fare. Sono sempre qui per rispondere alle tue domande. Aspetto una tua risposta. Con affetto fraterno Mario

  10. Ciao Mario, ho letto i tuoi libri. Devo dirti che li ho trovati, in diversi spunti, molto interessanti. Vi ho trovato molti messaggi spirituali a me utili: messaggi profondi, sinceri e soprattutto coerenti con quello che per me è stato ed è, come ebbi occasione di dirti, il punto di riferimento di tutto l’insegnamento filosofico e morale che ho saputo trarre dalle guide spirituali del Cerchio Firenze 77. Da qualsiasi fonte io cerco di trarre solo i messaggi che fanno “risuonare” il mio intimo (e nondimeno il messaggio deve comunque avere una sua “logica”, come un puzzle che ben si incastra nel quadro complessivo dell’insegnamento, fine ultimo in fondo di tali comunicazioni medianiche). In alcuni passaggi dei tuoi libri sembra quasi di rileggere le parole delle guide Kempis e Dali del CF77, e ciò ben predispone ad intuire che l’evoluzione delle tue guide è ottima ed elevata.
    Ho sentito “vicino” soprattutto il tuo secondo libro, “Nel Triangolo il Mistero”, in cui diversi passaggi mi hanno lasciato felicemente colpito.
    Credo, in linea generale, azzardando un commento assolutamente a livello mio personale, che i tuoi libri possono essere senza ombra di dubbio utili al prossimo nella comprensione dell’aldilà, del perchè della sofferenza, e gettare diverse ancore di conforto a chi ne ha bisogno. Però avanti ai tuoi messaggi si rendono necessari altri testi, altri libri, che fungono da introduzione al mondo spirituale che ci attende e che i tuoi testi ne traggono una squisita testimonianza.
    In sostanza io li consiglierei, quindi, ma non prima di altri testi più introduttivi per chi fosse a digiuno di altre dimensioni spirituali. Ciò nulla toglie alla validità e profondità dei tuoi messaggi, “vere perle”, te lo assicuro, ancora rare da trovare.
    A presto Francesco

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